martedì 19 giugno 2012

Europei 4

Buongiorno Cassano

FantAntonio sblocca la partita
contro l'Irlanda: «Il mio europeo inizia adesso»

GIULIA ZONCA
inviata a poznan
Da come esulta sembra sempre che Cassano esca da una qualche marachella più che da un gol. Con quei saltelli impazziti, le mani che mulinano e i piedi che continuano a cambiare direzione perché non sa bene chi cercare, chi andare ad abbracciare. Poi si ricorda che ultimamente festeggia alla Totti e si ficca il dito in bocca, più che altro lo morde, ancora confuso sul da farsi. E visto come gli è riuscito forse questo gol è davvero uno scherzo. All’Irlanda e al destino.

Intanto lo segna di testa, fregando il tempo ad Andrews, un pennellone alto quasi 10 cm più di FantAntonio che in teoria sarebbe uno dei pilastri del Trap e poi firma la rete che sblocca la partita otto anni dopo l’inutile gol contro la Bulgaria. Quello vanificato dal biscotto nordico. Sempre l’ultima partita del gruppo C, solo che era l’Euro 2004, a Guimarães e Cassano aveva strappato la vittoria nei minuti di recupero. Poi si era messo a piangere. Zambrotta lo avevano raccolto da terra per costringerlo a uscire. In questa settimana di ansia da fregatura Cassano deve essersi ricordato spesso di quella serata da buttare.

Allora aveva sulle spalle il numero 18, giocava per la Roma, era nel pieno della fase cassanate, dicevano che sarebbe maturato. Non è successo, ma questo attaccante, il migliore nella storia azzurra degli Europei con i suoi tre gol, non è più la stessa persona. Le cassanate persistono, in Polonia ne ha sparata una di cui ancora si sente l’eco. Frase infelice contro i gay (e almeno li avesse chiamati così), poi scuse, rettifica e scarico di responsabilità però in campo una certa maturità si è vista e dopo la gara sereno e lucido ha osato: «Il mio europeo inizia adesso».

Oggi ha il 10 addosso, nessun ct distribuisce quel numero a caso e Prandelli gli ha dato un segnale: una maglia importante per compiti precisi. Lui ha si è fatto trovare pronto, tatticamente disciplinato, disponibile al sacrificio e meno concentrato su se stesso. Non poco per uno abituato a sbattere le porte, litigare con i presidenti e contestare gli allenatori. Non succede più, le cassanate girano al largo dal campo. Cassano sempre titolare, lodato per il lavoro, per le invenzioni. Preferito a Balotelli e tenuto in partita più a lungo anche se a un certo punto le forze lo mollano e deve uscire ogni volta.

E ieri il tempo è scaduto prima del solito. È un miracolato e in definitiva è questo che fa di lui un’altra persona. Il quattro novembre è stato operato al cuore e l’Europeo era l’ultimo dei suoi pensieri. Ha avuto paura di morire, poi ha temuto di dover smettere. Si è spaventato e ha fatto il bilancio con una carriera che troppe volte ha mandato in tilt. Magari non ha messo la testa a posto però si è fatto un’idea più precisa del giocatore che è, ha una posizione e prova a rispettarla. Ieri ha segnato un gol di cui ridere, uno di quelli che sistema più di un risultato perché chiude anche qualche conto il passato. Il biscotto è archiviato.

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